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No alle disparità tra RTDA

Più di 400 sostenitori, tra ricercatori, professori, assegnisti, contrattisti, borsisti e dottorandi hanno sottoscritto l’istanza per chiedere al MUR di consentire che un RTDA finanziato su fondi PON o PNRR a tempo pieno possa partecipare a costo zero, ossia senza rendicontazione di mesi uomo, ai bandi competitivi nazionali e internazionali, tra cui i PRIN. La regolamentazione attuale crea una grave disparità tra RTDA su fondi PON e RTDa “tradizionali” (su fondi di Ateneo o esterni), sia dal punto di vista dell’effettiva possibilità di ottenere risultati di rilievo dalle proprie ricerche e di creare collaborazioni, sia in sede di domanda di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), in quanto molte commissioni adottano, tra i titoli valutati, l'essere responsabili di progetti europei e/o nazionali. Tale possibilità viene di fatto negata agli RTDA PON.

Regime transitorio: necessari interventi immediati contro un’ulteriore frammentazione della categoria

In più di un’occasione abbiamo segnalato le criticità relative alla figura del ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTD-A). Come ADI, riteniamo che un regime transitorio, proprio per sua natura, non possa essere eccessivamente lungo, proprio per consentire il passaggio al nuovo regime il prima possibile; tuttavia come associazione non possiamo mancare di notare come questa fase transitoria si stia caratterizzando per criticità importanti: abbiamo parlato del vincolo di spesa per gli assegni e della nota diffusa sulle borse.