Il Governo taglia 300 milioni all'Università

Il decreto 2024 sul FFO delle università introduce nuovi tagli: -190 milioni alla "quota base" e -100 milioni alla "quota premiale". La "quota di salvaguardia" viene invertita al -4%, consentendo riduzioni dei finanziamenti per singole università. Il budget complessivo scende da 9,2 miliardi nel 2023 a 9 miliardi nel 2024, con aumenti solo per gli incrementi salariali del personale. La Ministra Bernini e la Premier Meloni hanno ulteriormente ridotto il già limitato budget universitario, un fatto vergognoso rispetto ad altri paesi. Già nel 2023, il CUN e altri attori istituzionali avevano denunciato la carenza di risorse, aggravata dall'aumento dei costi. Le politiche di Bernini e Meloni rischiano di compromettere i bilanci delle università e il futuro del Paese.

La Ministra Bernini convoca gli amici: calpesta la democrazia e ignora il CUN

La Ministra Bernini ha convocato l’ennesimo gruppo di lavoro, questa volta per riformare complessivamente il sistema universitario italiano. Ancora una volta, Anna Maria Bernini si rende responsabile di un completo spregio delle dinamiche democratiche, ignorando deliberatamente l’autonomia del sistema universitario che tanto proclama solo quando si tratta di precarizzare il nostro lavoro e le nostre vite.

Bernini: "Io non ho mai detto bugie” ma nemmeno la verità

La Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è stata audita dalla VII Commissione Cultura della Camera in merito alla conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, che disciplina all’art. 15 l’ennesima proroga degli assegni di ricerca al 31 dicembre 2024. Vogliamo fare chiarezza su alcune delle dichiarazioni rilasciate dalla Ministra agli onorevoli interroganti - Manzi (PD) e Caso (M5S), alla luce dell’affermazione stessa di Bernini che ella non ha «mai detto bugie».

Governo del (de)merito? Solo parole e niente azioni

In molte occasioni è stato evidenziato da ADI come il titolo di Dottore di Ricerca sia, ad oggi, svalutato o, ancor peggio, del tutto ignorato nelle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali. Ciò va a discapito di molti Funzionari che, di fatto, non vengono sufficientemente valorizzati, pur essendo in possesso del più importante titolo di studio post laurea riconosciuto dall’attuale ordinamento italiano. 

Unico percorso post-doc e più soldi: ADI audita alla Camera

Le recenti proroghe legislative rivelano una volontà politica di frammentare il pre-ruolo universitario e della ricerca, creando posizioni contrattuali flessibili che non rispondono ai bisogni reali del mondo accademico. Un gruppo di lavoro, formato da personalità già strutturate e tecnici ministeriali, ha concluso i suoi lavori senza coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori precari e le istituzioni universitarie. Questo è un grave segnale di disinteresse verso chi vive la precarietà ogni giorno. Chiediamo un confronto costruttivo con la Commissione e speriamo che i nostri rappresentanti sappiano ascoltare le nostre aspettative e preoccupazioni. Ogni riforma che introduca figure intermittenti e precarie, non riservate ai dottori di ricerca, verrà rigettata

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