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Ripensare l’autonomia universitaria per porre un freno alle diseguaglianze e garantire la libertà di scienza

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L’emergenza Covid-19 ha fatto riemergere anche tutte le criticità del modello di autonomia universitaria italiano. Diventa sempre più urgente un confronto tra le associazioni di rappresentanza universitarie e le istituzioni, anche e soprattutto alla luce delle imminenti riaperture delle attività di ricerca nei diversi atenei italiani.

Un'Università senza ricercatori

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Tra tagli ai fondi e contratti precari discontinui, la carriera universitaria sta diventando sempre più un privilegio per i pochi che possono permetterselo. Il ritorno di pulsioni autonomiste peggiora solo le cose, soprattutto per le università del Mezzogiorno. Ne abbiamo scritto su Jacobin Italia, nell'articolo Un'Università senza ricercatori.

Autonomia differenziata, Cosulich: «Chiusure localistiche inaridiscono Ricerca e Università»

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L’ADI intervista Matteo Cosulich, professore genovese di Diritto pubblico all’Università di Trento sul tema del regionalismo differenziato. Secondo il prof. Cosulich, le chiusure localistiche finirebbero per inaridire la ricerca e quindi l’Università che da essa trae la sua linfa vitale. 

Sono i criteri di ripartizione dei fondi a penalizzare il Sud. Bussetti deve dimettersi.

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Le parole rivolte a chi chiedeva più fondi per scuole e università del Sud dal Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti («Vi dovete impegnare forte. Questo ci vuole. Lavoro, sacrificio e impegno») sono rivelatrici di un disegno politico autonomista che, a partire da settori come l’istruzione e la sanità, non può che minare la stessa Unità nazionale. E’ per questo che chiediamo le dimissioni di un Ministro che dovrebbe invece rappresentare l’Italia intera e tutelarne l’unità.