Verso lo Sciopero Globale del 29 novembre, i precari della ricerca chiedono all’accademia di dichiarare l’emergenza climatica

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Al grido di “cambiare il sistema, non il clima” gli studenti e le studentesse di tutto il mondo scenderanno in piazza per il terzo Sciopero Globale per il Futuro, che si terrà venerdì 29 novembre in tutte le città italiane. Come dottorandi e dottori di ricerca abbiamo manifestato pieno appoggio e condivisione d’intenti con il movimento per il clima fin dalla sua nascita e ancora una volta saremo presenti in piazza in questa battaglia epocale per l’umanità.

Tutto ciò avviene mentre Venezia subisce uno degli eventi meteorologici più devastanti della sua storia recente, esacerbato, oltre che dalla malagestione del territorio, proprio dagli effetti della crisi climatica. Come ADI vorremmo esprimere massima solidarietà a tutta la cittadinanza che in queste ore sta vivendo momenti difficilissimi. Purtroppo, tutti gli esperti in materia ci dicono che eventi meteorologici estremi di questo tipo saranno sempre più frequenti e distruttivi, provocando danni ingenti agli ecosistemi, alla popolazione, all’agricoltura e alle attività umane in generale. 

Nonostante ciò, la questione dell’emergenza climatica sembra non essere di fondamentale importanza per il  Governo italiano, almeno a giudicare dagli investimenti che vengono fatti in tal senso. Non possiamo che manifestare una certa preoccupazione e perplessità nei confronti del cosiddetto “decreto clima”, dove il finanziamento stanziato consisterebbe di appena 450 milioni di euro. Una somma che impallidisce di fronte alle decine di miliardi di euro stanziati da altri Paesi europei per incentivare la riconversione dell’economia in senso sostenibile. Ma soprattutto, riteniamo che sia necessario un netto cambio di passo nel processo di transizione ecologica ed energetica, nel quale l’Università deve ricoprire un ruolo fondamentale. In questo senso, riteniamo fondamentale continuare a chiedere un rifinanziamento complessivo del comparto di almeno un miliardo e mezzo di euro che restituisca ossigeno ad un settore allo stremo in termini di risorse e personale, mettendolo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo di motore dell’innovazione e del progresso sociale. In questo senso, ci impegniamo ad avviare in tutte le università italiane delle campagne per promuovere progetti di riconversione ecologica, con l’obiettivo di renderle attori proattivi del cambiamento. Per questo chiediamo a tutti i Senati Accademici degli atenei, al CUN e alla CRUI di dichiarare lo Stato di Emergenza Climatica, al quale far seguire provvedimenti immediati ed efficaci di riconversione energetica ed ecologica, sulla scia di numerose istituzioni locali e nazionali. Se è vero che non c’è più tempo e che tutti devono fare la propria parte per uscire da questa crisi epocale, crediamo che un segnale forte debba provenire proprio da chi ha le competenze e gli strumenti per affrontare il problema.

Per questi motivi, invitiamo tutte e tutti i dottorandi, le e gli assegnisti di ricerca, le e i ricercatori precari e strutturati a scioperare a fianco degli studenti il 29 di Novembre e ad astenersi da tutte le attività di didattica e di ricerca per quel giorno. Qualora non fosse possibile, vi invitiamo a manifestare la vostra partecipazione, ancorché non fisica, alla giornata, pubblicando sui social network e inviando ai nostri account facebook, twitter, instagram locali e nazionali messaggi di supporto e di sostegno come: #systemchangenotclimatchange, #salviamolaricercasalviamoilpianeta, #climateemergencydeclaration, etc.