Dopo le numerose segnalazioni dell'ADI per le vie brevi nelle scorse settimane, da ultima la lettera aperta inviata al Ministro dell'Università e della Ricerca e ai presidenti di CUN e CRUI il 17 marzo scorso, il MUR inizia a muovere i primi passi verso la gestione dell'emergenza pandemica anche per i dottorandi. Con una circolare emanata lo scorso 20 marzo e indirizzata ai coordinatori di dottorato e agli uffici amministrativi degli atenei che fruiscano di borse di dottorato PON, il MUR prova a intervenire sulle vicende dei dottorati innovativi a caratterizzazione industriale con particolare riferimento ai periodi obbligatori all'estero (sei mesi) per la validità del corso, rischiando però di commettere un passo falso.
Da un lato, infatti, il ministero riconosce come l'emergenza sanitaria appaia in tutta evidenza come le cause di forza maggiore e che questa non possa incidere negativamente sul completamento del percorso formativo finanziato nell’ambito delle borse aggiuntive “Dottorati di ricerca innovativi con caratterizzazione industriali” PON R&I 2014-2020, non essendo imputabile, né ai dottorandi né alle stesse università, italiane o straniere, la straordinarietà dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Dall'altro lato, rimanda qualsiasi provvedimento ad un momento in cui le situazioni saranno sufficientemente cristallizzate, invitando a proseguire, per quanto possibile, le attività.
Come rappresentanti dei dottorandi e delle figure precarie dell'università ci preme segnalare alcuni limiti nell'impostazione del ministero, pur apprezzando l'impegno a una ridefinizione delle tempistiche. L'emergenza sanitaria colpisce tutti, dottorandi e assegnisti, professori a contratto e ricercatori a tempo determinato, allo stesso modo. È quindi lecito aspettarsi un intervento comprensivo del MUR e non solo per i dottorati innovativi. L'emergenza sanitaria colpisce tutte le attività, non solo la possibilità di un periodo all'estero ma anche il lavoro in azienda, come la giusta chiusura delle attivita' produttive di questa settimana ci dimostra.
È necessario poi chiarire subito gli interventi e non rimandare al futuro perché le figure che lavorano a progetto in università hanno bisogno di ridefinire i piani temporali delle proprie attività adesso e non possono aspettare la fine di un'emergenza sanitaria difficile da prevedere: la programmazione, per dei lavoratori precari, è essenziale ai fini di ottimizzare al meglio i ristretti tempi di lavoro retribuito.
Per tali ragioni siamo nuovamente a chiedere al Ministero un intervento celere e complessivo per tutte le figure precarie del mondo della università e ricerca, che, tenuto conto della straordinarietà della situazione e del rischio che questa aggravi le condizioni di precarietà di vita e lavoro, disponga lo stanziamento di fondi straordinari, provenienti dallo stato, per garantire una copertura economica a dottorandi, assegnisti, borsisti e ricercatori precari.
Ribadiamo la necessità di una proroga retribuita per i dottorandi di XXXII e XXXIII ciclo, una proroga per i contratti degli assegnisti, nonché una estensione della indennità dis-coll per tutti.
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Pubblicato Lun, 23/03/2020 - 15:15
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