Al momento, non ci sono dati sul numero di ricercatori con disabilità che hanno subito la rescissione o la sospensione dei contratti a causa del COVID-19. Questo è sia un sintomo che una causa della discriminazione nei confronti delle persone con disabilità all'interno del mondo accademico e degli istituti di ricerca, fenomeni che devono essere affrontati.
D'altra parte, i ricercatori con disabilità stanno cogliendo la pandemia da COVID-19 come un'opportunità per chiedere una trasformazione fondamentale in tutti gli ambiti della loro vita, incluso il lavoro. Il cambiamento delle pratiche di lavoro durante la crisi sanitaria dimostra che si possono fare aggiustamenti simili pensando ai lavoratori con disabilità, dando l'opportunità di includere oltre 1 miliardo di persone con disabilità nel mercato del lavoro, e generare circa 8.000 miliardi di dollari (solo nei paesi dell'OCSE).
Considerando la scelta di passare a un apprendimento a distanza di lungo periodo, è importante che ai ricercatori in fase iniziale di carriera con disabilità sia garantita un completo accesso alle piattaforme online e al supporto continuo, sotto forma di sostegno da parte di familiari o da altre persone che svolgono attività di cura. Inoltre, dal momento che i ricercatori con disabilità di solito affrontano spese legate alla loro disabilità, potrebbero aver bisogno di un supporto aggiuntivo per l'acquisto di computer, di software per la ricerca specifici e/o di dispositivi di assistenza. Molti possono anche richiedere una formazione specifica per facilitare l'accesso a nuove forme di partecipazione, come le riunioni telematiche, in modo tale da avere una base paritaria con gli altri.
Vogliamo sottolineare che i ricercatori in fase iniziale di carriera con disabilità devono essere coinvolti e consultati in modo significativo quando si prendono in considerazione misure che li riguardano. Qualsiasi soluzione offerta deve essere il più possibile personalizzata, con una valutazione partecipativa della loro situazione e delle problematiche specifiche della disabilità, poiché ogni individuo vive le proprie problematiche in modo diverso.
Servono più dati
Come Eurodoc, crediamo che un'inclusione completa dei ricercatori in fase iniziale di carriera con disabilità, e una composizione più equilibrata della comunità scientifica, possa portare grandi benefici alla nostra società, arricchendo la ricerca con nuove prospettive. Sostenere ogni essere umano nella ricerca di un percorso di carriera soddisfacente è un incentivo per costruire una società più efficiente per tutti.
Questa pandemia ha dimostrato che c'è ancora molto lavoro da fare: abbiamo bisogno di più dati sui ricercatori con disabilità per renderli visibili, e dobbiamo capire quali strategie attuate negli ultimi mesi possono essere utilizzate e ulteriormente sviluppate per migliorare la vita lavorativa degli ricercatori europei oltre la pandemia. In questo, abbiamo bisogno del vostro aiuto: diteci pure quali strategie sono state sviluppate dalla vostra università per sostenere il vostro lavoro a distanza, se si sono dimostrate efficaci e quali suggerimenti per ulteriori miglioramenti volete condividere. Scrivete a equalityeurodoc [dot] net.
Articolo realizzato dal Gruppo di lavoro Eurodoc sulle pari opportunità, tradotto in italiano da ADI. Trovate la versione originale qui.
Pubblicato Sab, 13/06/2020 - 13:12
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