Nel 2015, con l’approvazione del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020 (PONRI 2014-2020) da parte della Commissione europea, il MIUR ha introdotto borse di dottorato aggiuntive di durata triennale, nell’ambito dei Dottorati Innovativi con caratterizzazione industriale. Il provvedimento è rivolto alle Università statali e non statali con sede amministrativa e operativa nelle regioni in ritardo di sviluppo (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna). La concentrazione del dottorato innovativo nel solo Centro-Sud crea una forte frattura dell'offerta dottorale italiana.
Sin dalla sua istituzione, l’ADI ha fortemente criticato le norme previste da questa nuova tipologia di dottorato. Se i dottorati innovativi intendono sperimentare una nuova modalità di collaborazione con il mondo imprenditoriale, l'obbligo per il dottorando di svolgere un periodo di studio e di ricerca presso le imprese e un periodo di studio e di ricerca all'estero pone una serie di problemi, che possono portare anche all’abbandono del corso di dottorato stesso.
Permane inoltre il vincolo di restituzione della borsa in caso di cessazione del dottorato prima del periodo previsto di 36 mesi, previsione estremamente penalizzante. In questo quadro, chi frequenta un dottorato innovativo a caratterizzazione industriale è permanentemente sottoposto al giogo ricattatorio generato dal meccanismo di restituzione della borsa.
Inoltre, come spesso accade nei corsi di dottorato ordinari, anche il dottorato innovativo è caratterizzato da notevoli difformità circa l’utilizzo del budget per lo svolgimento dell’attività di ricerca.
Cosa vogliamo fare
Pensiamo sia fondamentale eliminare l’iniquo vincolo di restituzione parziale o totale della borsa di studio in caso di rinuncia al dottorato o mancato superamento della prova annuale, anche nell’ottica di impedire che questa previsione si diffonda anche presso i dottorati tradizionali.
Per quanto riguarda il budget a sostegno delle attività di ricerca, vogliamo che venga garantita, a livello nazionale, uniformità nell’erogazione e certezza del rispetto dei vincoli stabiliti nel bando ministeriale da parte degli atenei.
Infine, riteniamo fondamentale rendere più flessibile il funzionamento del dottorato innovativo, in modo da consentire alle università vincitrici di apportare in autonomia modifiche sia tecniche (es. variazione dei tempi indicati per periodi all'estero o in azienda) che scientifiche.
Pubblicato Sab, 27/04/2019 - 14:06
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