L’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani esprime un giudizio fortemente negativo sull’emendamento n. 21.21 al DdL Stabilità 2016 approvato in Commissione Bilancio del Senato e recepito nel maxi-emendamento (art. 1, co. 175) approvato oggi in Aula. Con la suddetta proposta di modifica si prevede l’inserimento della laurea triennale – il primo gradino della formazione universitaria – in beni culturali tra i titoli di ammissione per l’assunzione a tempo indeterminato presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di 500 funzionari nei profili di antropologo, archeologo, architetto, archivista, bibliotecario, demoantropologo, promozione e comunicazione, restauratore e storico dell’arte.
Tali profili si legano a elevati livelli di specializzazione, non conseguibili attraverso la formazione di base che caratterizza la laurea triennale. Il provvedimento si muove dunque nella direzione completamente opposta rispetto alla tanto auspicata valorizzazione dei più alti gradi della formazione (Dottorato di Ricerca e Scuole di Specializzazione) e di coloro che, con passione e dedizione, si impegnano per conseguirli.
L’ADI ritiene che la gestione dello straordinario patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese vada affidato a persone altamente competenti e chiede che il provvedimento sia sostanzialmente modificato nel passaggio alla Camera, prevedendo il Dottorato di Ricerca o la Specializzazione come titoli preferenziali e la laurea magistrale come titolo di ammissione ai prossimi concorsi del MiBACT.
Pubblicato Ven, 20/11/2015 - 17:59