Nella giornata di oggi, martedì 17 novembre, FLC CGIL – Federazione Lavoratori della Conoscenza, Link – Coordinamento Universitario, ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani e CRNSU – Coordinamento Ricercatrici e Ricercatori Non Strutturati Universitari hanno chiamato alla mobilitazione studenti, dottorandi e precari della ricerca per denunciare le politiche inadeguate e dannose tuttora proposte dal Governo in materia di Università e Ricerca.
Queste politiche, che precludono a migliaia di studenti l’accesso all’istruzione universitaria, trasformano il dottorato in un privilegio per pochi e negano qualsiasi prospettiva a un’intera generazione di giovani ricercatori, spingono in tanti a chiedersi #menevado? È una domanda che studenti, dottorandi e precari della ricerca oggi si sono fatti in pubblico e a voce alta, spiegandone le ragioni ai viaggiatori di tante stazioni ferroviarie italiane, con iniziative a Roma, Firenze, Torino, Milano, Padova, Pisa e Bari.
Ai tanti motivi che li spingerebbero a partire hanno però risposto con altrettante proposte di modifica radicale delle politiche su diritto allo studio, reclutamento accademico e finanziamenti per la Ricerca, proposte che prendono in primo luogo la forma di una serie di emendamenti al Disegno di Legge di Stabilità 2016 attualmente in discussione alle camere.
Le proposte di emendamento sono state presentate, in contemporanea, in una conferenza stampa presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica a Palazzo Madama e riguardano i seguenti punti:
- il reintegro del Fondo di Finanziamento Ordinario di 800 milioni di Euro, cioè quanto tagliato dal 2009 ad oggi;
- l’aumento del Fondo Integrativo Statale per garantire la copertura delle borse di studio e per dare risposta all’emergenza Isee;
- una riforma della tassazione studentesca e “no tax area” fino a 23.000 euro di Isee;
- un piano pluriennale di reclutamento di ricercatori a tempo determinato di tipo b che ne preveda 5000 all’anno per 4 anni in modo da mettere in sicurezza i nostri atenei e dare risposte ai tanti precari che hanno tenuto in piedi la didattica e la ricerca nell’ultimo decennio;
- lo sblocco del turn-over per tutte le figure dell’ Università e l’abolizione del sistema dei punti organico, insieme alla separazione delle risorse destinate al primo reclutamento da quelle per il passaggio dalla seconda alla prima fascia e dal ruolo a esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato a quello dei professori associati;
- un finanziamento a sostegno delle borse di dottorato che consenta la copertura di tutti i posti banditi;
- l’innalzamento del numero complessivo di posti di dottorato banditi fino ad almeno 11.000 l’anno entro il 2021;
- il mantenimento delle somme destinate all’edilizia universitaria.
Pubblicato Mar, 17/11/2015 - 14:31