Si stanno mangiando i nostri diritti!

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata da ADI Roma al Commissario Straordinario Laziodisu, Dott. Carmelo Ursino, e alla Segreteria dell'Assessore Formazione, Ricerca, Scuola e Università della Regione Lazio a seguito dell'emanazione da parte di Laziodisu del Decreto n. 1 del 15.01.2014.

Il Decreto modifica le tariffe per le fasce mensa stabilendo, tra le altre cose, di collocare dottorandi e specializzandi nella fascia corrispondente all’ISEE posseduto.

Alla già iniqua disposizione di non collocare i dottorandi senza borsa in prima fascia si aggiunge la revoca della collocazione dei dottorandi con borsa in prima fascia e l'adeguamento della loro tariffa ai valori ISEE.

Con la presente lettera, ADI Roma chiede dunque la revoca della delibera e l'esenzione dal pagamento di entrambi i pasti per tutti i dottorandi, con o senza borsa.

 

Oggetto: Richiesta revoca delibera Decreto n. 1 del 15.01.2014 del Commissario straordinario di Laziodisu

Con la presente, siamo a evidenziare gli effetti che ha avuto sul diritto allo studio dei dottorandi il Decreto n. 1 del 15.01.2014 del Commissario straordinario di Laziodisu - pubblicato in data 31 Gennaio - in merito all'adeguamento delle fasce nelle quali è collocato ciascuno studente. Il suddetto intervento, con il pretesto dell’adeguamento ISTAT all'inflazione, ha previsto il collocamentonella fascia relativa all’ISEE posseduto gli studenti iscritti ai corsi di  Dottorato e/o Specializzazione, i quali precedentemente venivano posti in prima fascia, in quanto tenutari di borsa.

Per dottorandi aventi accesso alla borsa di studio, il reddito percepito  (la borsa di studio appunto) comporterebbe il collocamento in prima fascia. Purtroppo, nel difficile contesto attuale, molti di questi non riescono a far fronte, attraverso la somma percepita, alle necessità economiche quotidiane, e si trovano costretti dal punto di vista fiscale a far parte del nucleo familiare dei genitori. In tale ottica, l'ISEE viene così a riferirsi ad una fascia di reddito (nella maggior parte dei casi) superiore. In tal modo, il dottorando non viene visto come un giovane ricercatore in formazione autonomo rispetto alla propria famiglia di origine, ma come uno studente a carico della stessa.

I dottorandi senza borsa versano in una situazione ancora più grave, dal momento che si trovano già in una condizione di svantaggio rispetto ai loro colleghi in termini di risorse investite nella loro formazione. Per tal motivo, ci saremmo auspicati un "livellamento" del trattamento riservato ai dottorandi non borsisti a quello goduto dai borsisti, piuttosto che il contrario.

Un simile “livellamento” delle tariffe mensa, avvenuto in senso opposto a quello auspicato, rappresenta un ulteriore schiaffo ai dottorandi e l'ennesimo ostacolo posto dinanzi all'universale Diritto allo Studio. Riteniamo tali provvedimenti inammissibili, poiché accanto alla retorica meritocratica e a vane promesse di maggiori investimenti in Università e ricerca, si prospetta un concreto smantellamento di un adeguato welfare universitario, palesatosi attraverso la rinuncia ad uno dei pochi servizi ancora concessi ai dottorandi del Lazio.

Chiediamo dunque l'immediata revoca della delibera e il collocamento in prima fascia dei dottorandi con e senza borsa e segnaliamo la profonda inadeguatezza dello scarso tempo di preavviso, appena 28 giorni, per misure per noi tanto gravi e drastiche. Difatti, molti dottorandi (sia borsisti che non) dovrebbero provvedere ex novo al calcolo del proprio ISEE, poiché esso non viene richiesto per altre esigenze. 

Certi di un vostro sollecito riscontro, vi informiamo che l'associazione che qui rappresento si è impegnata a intraprendere, in caso contrario, ogni misura necessaria a contrastare i succitati provvedimenti in tutte le sedi istituzionali competenti in quanto lesivi della libertà di studio, del diritto alla formazione e della dignità degli studenti di dottorato.